Meloni vuole l'oro di Bankitalia ma l'ombra dell'America ingombra

UCapital Media
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La riserva aurea italiana si attesta a 2452 tonnellate ed è equivalente per valore al 13% del PIL annuo del nostro paese, posizionandoci al terzo posto al mondo dopo America e Germania per oro posseduto. Da direttiva europea l'oro italiano è dato in gestione a Bankitalia, la cui autonomia è una condizione necessaria al funzionamento del sistema bancario europeo.
La proposta del governo italiano è quella di dare in gestione la riserva aurea al governo, il che metterebbe in discussione l'autonomia di Bankitalia, i rapporti con la BCE, ma anche i rapporti con la FED. La banca centrale americana ha infatti in custodia un pezzo consistente dell'oro italiano e storicamente si è sempre opposta ad operazioni di ricollocamento.
Fratelli d'Italia e il governo affermano che la mossa sia necessaria per dare chiarezza sulla gestione della riserva in futuro e non per fare cassa, ma le difficoltà riscontrate nell'allocazione delle risorse nelle leggi di bilancio degli ultimi anni fanno sospettare che la ragione sia proprio poter usare l'oro per portare avanti riforme economiche più impattanti o ridurre l'esorbitante debito pubblico.
I rapporti di Meloni con Trump potrebbero forse aiutare la proposta ad andare in porto col benestare della FED ma la conflittualità tra l'amministrazione americana e quest'ultima unita al desiderio di Trump di ricevere fondi dagli alleati in ogni forma possibile potrebbero affondare il piano ed incrinare gli essenziali rapporti di Meloni con gli USA.
Klevis Gjoka
